Il Tip Tap delle banche USA, Fannie & Freddie


Nessuno sa nel dettaglio come stia la situazione, di fatto sono tutti agitati perché l'elenco delle perdite degli istituti bancari e il numero delle banche, in odore di fallimento o in crisi, in USA si allunga settimanalmente.
Fatto è che si assiste a salvataggi continui, che non vengono chiamati nazionalizzazioni solo per pigrizia ideologica. Sotto cito a memoria alcuni casi, non esurienti e probabilmente anche imprecisi nell'ammontare.

L'aria è quella di una epoca finita , della fine del Monetarismo come teoria economica predominante, arenatasi al massimo della sua capacità di stampa di moneta. Buona parte dei salvataggi bancari di aziende in difficoltà (non fallite tecnicamente), sono passate attraverso inevitabili aumenti di capitale, sottoscritto spesso da Fondi Sovrani Arabi o Orientali.
Si assiste così ad un progressivo passaggio di mano, un outsourcing forzato del credito .

Tra i colossi delle banche di investimento e di affari in difficoltà, spiccano quelle che emettono i rating , dimostrazione evidente di come i rating servano a nulla , ma hanno agito spesso come un moltiplicatore. Delegare le gestioni dei propri patrimoni a questi signori equivale di fatto a gestirseli in proprio alla cieca, risparmiando poderose commissioni, sapendo che di fatto la loro gestione professionale rarissimamente è migliore di quella di un allocco.

Prima o poi questa congiura astrale negativa (petrolio, immobili, credit crunch) troverà una soluzione e tutto ricomincerà.
Un nuovo welfare però è alle porte, anche se i salvataggi , al momento e di fatto, sono condotti allargando la forbice tra costo del denaro per le banche e tassi passivi correnti. Non si nazionalizza in senso tecnico, ma si usano denari pubblici per accomodare le cose tra privati.
Praticamente si rende l'intermediazione ancor più conveniente a favore degli istituti di credito: costo per la banca (in usa) circa il 2 %, costo per il clienti quasi il 5%.
Freddie & Fannie forse ora fanno un sacco di soldi, forse come non mai sui nuovi mutui. Se fanno soldi e costano poco puo' ben essere che si decida di investire su di loro, liquidando da qualche altra parte.

Ora le case in Usa costano quasi la metà di quelle in Europa; l'intervento della FED nelle società di intermediazione dei mutui immobiliari potrebbe segnare il punto più basso di questa crisi dei subprime, una specie di Tip Tap sul pavimento delle quotazioni, ma questo supposto minimo nel settore non coincide necessariamente, nel medio termine, con il minimo degli indici azionari, come avvenne nel 1998 ai tempi della crisi delle tigri asiatiche.

Banche salvate dal fallimento nell'ultimo anno:

Bear Stearn (USA)- acquistata da JP Morgan (ex rivale, a prezzi di fallimento), ma con finanaziamento della FED
Northern Rock (En) - Nazionalizzata dalla Banca d'Inghilterra
IndyMac USA - amministrazione straordinaria FED
Netbank USA - amministrazione straordinaria FED
Fannie Mae USA - intervento della FED
Freddie Mac USA - intervento della FED


Banche con ingenti perdite nel 2007:

UBS (CH)- assorbite svalutazioni per 37 mld dollari- aumento capitale 12 mld
Lehman Brothers (USA)- svalutazione 3 mld dollari
Wachovia (USA) - perdite 3 + 2,8 mld dollari
Merrill Lynch (USA) - perdite per 12 mld di dollari
Citigroup (USA) - perdite per 10 miliardi di dollari
Morgan Stanley (USA) - 6 mld di dollari tra svalutazioni e perdite