L'orso zampetta sul Dow Jones

Dow Jones 2008-2009

Dow Jones 1974-1975

Il 2008 non ci ha fatto mancare nulla: rialzi e ribassi sono stati impressionanti, l'impero traballa e i governi liberali dopo vent'anni sono diventati i più interventisti da che storia ricordi. Un inizio d'anno dalle stalle alle stelle , percorso inverso dall'estate. Spartiacque il petrolio e il dollaro.
Dulcis in fundo: uno dei maggiori e repentini rialzi dei Bond; 20 figure di rialzo del cross EUR USD nell'arco di 6 giorni; una guerra di fine anno nel regno del monoteismo militante che pareva sull'orlo di una benaugurante pace quasi laica.
Molto è cambiato , ma non si sa bene come evolverà: il Muro di Berlino cadde nel 1989 e interessò mezzo pianeta, oggi l'altra metà del pianeta si accorge che quell'evento interessava anche i presunti vincitori morali di allora. Il rialzo delle borse mondiali si arrestò in quel subbuglio , per poi riprendere con vigore e frenesia dopo la prima metà degli anni '90.

Il DOW Jones negli ultimi tre mesi ha salterellato e rimbalzato ripetutamente a quota 8.000 , quota di minimo (perforato per 2 giorni) che pare piuttosto rocciosa. La volatilità è diminuita , il DJ zampetta come un gattone e si affaccia l'idea di un bel rimbalzo su tutti gli indici. Probabilmente il segnale decisivo si avvierà nella II quindicina di gennaio e nel caso il movimento troverà il suo massimo tra maggio e giugno alla famosa quota di 11.500-11700. Qualcuno comprerà incredulo, qualcuno vendicchierà (con riluttanza dopo aver sopportato un ribasso così stordente), ma a in prossimità di 11.000 le ragioni dei rialzisti e degli ingessati in attesa diventeranno meno positive e più volatili.
Se lì si arriverà , lì sicuramente prevarranno i motivi di alleggerimento.

Per chi crede all'astrologia (e sono molti, più di quanto non si creda) qui si trovano le profezie di Bradley e del suo siderografo, concepito nel 1948. Chi ha avuto la curiosità e la cura di gettarvi uno sguardo resterà un poco avvilito e sconcertato sui momenti critici segnalati nel passato dal fondatore dell'astrofinanza: il precedente (ottenuto con un meccanico siderografo) segnalava luglio del 2008, l'ultimo riguarda proprio dicembre 2008 ; la previsione avverte che a luglio 2009 ci sarà un turn point, ovvero una inversione di polarità.
In fondo a ben guardare non è cambiato radicalmente nulla nell'azionario dai minimi di ottobre.



Le valute restano un mistero , essendo alla mercè delle volontà dei governi, quindi dell'esercizio del potere. Sui Bond le scommesse invece restano al ribasso, quando e come dipenderà molto dalle innegabili e crescenti spinte inflazionistiche del denaro gettato su tutte le piazze.

Al momento alcuni segnali positivi ci sono: inflazione rientrata ma accompagnata dal terrore della deflazione, Euribor in decisa discesa, banche rifinanziate o in corso di rifinanziamento. I dati negativi e le incognite riguardano la disoccupazione crescente, un congelamento dell'attività produttiva e degli scambi, rumor sui fallimenti di inizio anno. Prevale un umore nero , negativo, le guerre non aiutano a scacciare le previsioni fosche. Ma qualcosa si muove.

Morale: ancora moderatamente lunghi sull'azionario (magari con ETF a leva per preservare liquidità) , corti o con duration corta o indicizzata sull'obbligazionario.
Il tasso fisso di lungo invece è in aria di liquidazione e chi se n'è rimpinzato lo scorso anno farebbe bene a liquidare. Il desiderio di rivedere innalzarsi l'inflazione accarezza tutti i governanti ed è quello che sul lungo periodo ci si attende vista la crescita imponente della spesa pubblica.
Tutte le operazioni sempre in valuta locale per evitare il cumularsi di rischi su cambi. Unica eccezione cenni di lo short su obbligazioni americane e inglesi.

Il modello di riferimento, per le numerose analagie grafiche ed economiche, resta sempre la stagflazione del 1974 di cui i movimenti attuali sull'azionario sembrano una fedele fotocopia. Per quel che contano le analogie in tempi turbinosi di shock di ogni genere su scala planetaria.

Le previsioni sono sempre divinazioni: si sonda l'incerto con il certo (il passato grafico) o il futuro con l'eterno (i movimenti planetari). I metodi in fondo si equivalgono all'atto pratico se accompagnati da un controllo sui grafici con il grado di libertà più confacente ad ognuno. La fede per lo più produce disastri e rari motivi di soddisfazione.
E' quello che accade in Palestina, dove financo i monaci se la danno di santa ragione. Della fede è sempre lecito e augurabile diffidare, la finanza si nutre di qualche ragionevolezza e di scommesse sul futuro e il futuro richiede risolutezza , divinazione e tanto, tanto equilibrio. Cose difficili da mettere nel medesimo sacco.

Buon anno.