SP500 e il cammello mattonato
Ritorniamo allo Standard&Poor's 500, l'avevamo lasciato molto tempo fa, più o meno a quota 1300 per seguire successivamente la storia secolare del DJ average, che era ben più ricca di informazioni.
Lo SP500 ha il vantaggio di racchiudere molte più società, 500 rispetto alle 30 del DJ. La storia è all'incirca la stessa, ma l'SP500 si mostra più preciso, e sopratutto mostra qualcosa di spettacolare: si è comportato in modo assai simile alla grande crisi del 1973/75 (la storia del 1929 manca dai dati), sia nel comportamento dei massimi (cerchio rosso) che dei minimi (per ora).
Il DJ ad un certo punto, a febbraio di quest'anno, lasciò pensare al peggio, a peggio del 1929. Il panico fu moltissimo.
Lo SP500 era apparentemente più tranquillo.
Dunque siamo (per contenuti e storia) ancora nel modello della grande crisi degli anni '70. Allora il Vietnam (prima grande sconfitta militare e politica), la crisi presidenziale, la crisi petrolifera, la crisi dell'auto, il nascente movimento ecologico, la massa gigantesca dei petrodollari a caccia d'affari.
Oggi , più o meno, sempre all'incirca, accade qualcosa di simile: si aggiunge solo la crisi bancaria, e la massa monetaria iniettata dagli stati a seguito del debito e della leva finanziaria spropositata. Per il resto stesse visioni apocalittiche.
Il mondo ovviamente non si ferma e qualche miglioramento si vede anche nei corsi ormai improntati decisamente al rialzo nel breve-medio periodo.
Il grafico del SP ora mi pare ben più indicativo di quello del DJ, contiene tutta la storia necessaria, e la storia è efficacemente rappresentata da una retta che poggia in 3 punti , in cui l'ultimo fa da argine alla discesa degli ultimi 2 anni.
Si sale quindi, probabilmente , come già suggerito per il DJ, fino all'autunno almeno. Questa ripresa dei corsi tuttavia contiene un vulnus , rappresentato proprio dalla massa di moneta in circolazione forzata che lascia presagire l'innescarsi di una necessaria inflazione.
Se il minimo è stato fatto, questo non vuol dire che sia un minimo reale, ma solo nominale come qui si suggerisce. (questo è il post del blog)
Morale, come già nei post precedenti, lasciar andare l'azionario fino a dopo l'estate, ma poi prepararsi a lasciarselo alle spalle. Questo vale per chi è lento, per chi è ingessato, per chi è cassettista.
Chi fa daytrading non ha questi problemi, ma altri.
Per il poi vale sempre il principio di coprirsi per l'inflazione prossima ventura, che non sarà presumibilmente cosa breve. I costi delle materie prime aumenteranno, il costo medio del lavoro nel mondo idem e di seguito anche i prezzi. Del debito non si rientrerà facilmente e qualcuno dovrà pur pagarlo.
Indovinate chi ?
L'inflazione proseguirà almeno finchè non si attuerà una più equa redistribuzione dei redditi e finchè non si innescherà qualche innovazione (produttiva o organizzativa) che migliori la produttività e muti lo stile produttivo (e quindi la vita stessa).
Il che vuol dire che il comparto tecnologico ritorna ad essere interessante nel lungo periodo, ma dopo che tutte le necessarie correzioni andranno in porto. Roba quindi di anni.
Il 2008 non sarà il '29, ma il seguito sarà duro ugualmente. Moto duro.
Rammentate la barzelletta del cammello mattonato ? Il cammelliere saturava la riserva d'acqua del cammello con uno stratagemma, con due mattoni gli schiacciava con un colpo secco i cotiledoni, e quello aspirava una riserva d'acqua che consentiva traversate lunghe del deserto.
Vinceva la gara tra cammelli, ma poi restava spossato per lungo tempo.
Ecco, stiamo facendo il pieno, ma resteremo poi al palo per lungo tempo.
Non so se rendo l'idea...
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