SP 500
La più recente manifestazione del numero della bestia data 2009: lo SP500 tocco' a marzo il minimo a quota 666.
Se ne sono accorti in molt, i e non pochi vedono in quel numero una sorta di attrattore fatale delle borse occidentali nel prossimo futuro. Si sprecano visioni pessimiste e millenariste e qualcuno preannuncia un crash più o meno nei prossimi 10 giorni . Quest' ultima è cosa possibilissima guardando i grafici, un po' meno considerando che da un crash in effetti siamo appena usciti nel 2009 con il fallimento Lehman , Fannie Mae, e banche saltate per aria e salvate stampando moneta , mentre nei casi illustrati si era su massimi assoluti.
Comunque sia l'azionario , qualsiasi azionario occidentale che non sia di un paese emergente, è ai limiti consentiti anche da parte di un ottimista estremo allevato e cresciuto in 30 anni di entusiasmanti rialzi. Non c'è praticamente quasi azione che non sia al ribasso.
Personalmente, come sostengo da un po' e in buona compagnia, fare acquisti sulle borse ora è da dissennati e quanti raccomandano che i prezzi si prestano ad acquisti vantaggiosi sono un po' prezzolati o ciechi.
Per necessità evidente si sostiene da quasi un anno che c'è una bozza di ripresa economica, che il fondo è stato toccato nel 2008 e che siamo solo in presenza di assestamenti fisiologici. Per tutti basta un grafico , quello del DJ in chiara configurazione ribassista , sormontato da un pattern spesso controverso ma che se si realizza indica con evidenza la strada del ribasso. I testa spalle sono all'odine del giorno, spesso è vero negati, ma quello sul DJ è evidente cugino di quello del 2007. Anche allora venne snobbato proprio per la sua evidenza incredibile. Per inerzia di cotanti passati e interminabili rialzi, anche gli analisti non credono ai loro occhi.
Oltre al testa spalle americano si segnala il comportamento del DAX che ha abbozzato un doppio massimo , figura tipica di inversione di quell'indice (nel 2007 fu anzi un triplo max).
Ce n'è abbastanza per accumunare Europa ed USA in un ribasso dai contorni inquietanti e per nulla chiari.
Tirando le somme l'atteggiamento più saggio resta quello di non fare shopping e attendere che la buriana (sotto forma di crash o di lunga distribuzione) faccia il suo corso. Che il numero della bestia sia un argine o che venga superato o che anche le quotazioni si fermino prima non è dato a sapere. Importante è non farsi cogliere dalla frenesia dell'acquisto intermedio confidando in momentanei rimbalzi.
I bond sono nuovamente sui massimi (bund) e gli interessi al lumicino, quindi tenere stretti i soldi in cassetta.
Lo short impera ovunque e nemmeno Cina e India o Brasil,e nel tempo medio, potranno frenare questo andazzo.
Si guadagna solo contromano (al ribasso) e quando se ne accorgeranno tutti, sarà probabilmente un diluvio con strilli e strepiti sulla speculazione cattiva. Che è sempre, cattiva, quella che vede un fisiologico ribasso quando a ben guardare negli ultimi anni è stata solo quella pompata dei rialzi infiniti e ingiustificati come quella sulle commodity e su tutti gli indici mondiali scatenate dalla scoperta del retail distribuiti come marmellata dalla interessata industria finanziaria sull'avidità degli investitori consenzienti in forma di derivati di ogni sorta.
La morale è che le correnti di outsourcing , la filosofia degli indebitamenti permanenti e la follia del monetarismo sono al capolinea , ma non per questo smettono di esercitare il loro nefasto influsso e le ultime resistenze.
Devastata la finanza anche l'economia è devastata.
Passerà, ma, a meno di un crash repentino e forse salvifico, ci vorrà tempo.
Il diavolo ci ha messo le corna , e queste stanno li', in cima e in fondo agli indici.
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