Analisi Tecnica Cross Euro - Dollaro



Pare che la rivalutazione del dollaro non abbia mai termine. Per apprezzare qualcosa del genere(per profondità e velocità) nei cross occorre risalire al lontano 1980/1981 , ma allora la cosa richiese quasi il doppio del tempo.

Il primo punto di approdo del cross Euro/dollaro ipotizzato in precedenza è stato raggiunto in un battibaleno e superato con decisione. Ci si attende quantomeno un rimbalzo, ma siccome la velocità è elevatissima parrebbe ad occhio che il disinvestimento su tutti gli asset mondiali montati a suo tempo contro il dollaro non sia ancora terminato e che quindi il probabile (peggiore) punto di arrivo sia situato poco più dell parità , almeno intorno a 1,1/1,15 EUR/USD).
Si tratta di un ulteriore possibile 8/12 % che puo'essere raggiunto assai velocemente con queste dinamiche.
Che si fermi poi lì è tutto da decidere, ma lì (se ci arriva) dovrebbe rimbalzare.

Questo non contrasterebbe dinamicamente nemmeno con l'andamento delle borse (Usa in testa) che possono correggere approssimativamente della medesima percentuale o anche costruire un laterale.

Quello che resterà dopo questo disastro è un dollaro temporaneamente più forte che , per motivi fondamentali e valutari, avrà maggiori difficoltà nelle esportazioni , almeno tante quante ne avranno i paesi euro a trovare acquirenti sul mercato americano, anch'esso segnato pesantemente dalla riduzione della capacità di spesa della popolazione.
Questo movimento congiunto di apprezzamento del dollaro e della diminuzione del valore degli asset azionari Usa pone anch'esso le condizioni per una parziale e temporanea appetibilità, nel momento in cui il perverso meccanismo del deleverage e della batosta sui corsi è di gran lunga maggiore dell'effettiva caduta della redditività delle imprese.

Insomma a fianco della battaglia delle vendite degli assets è presente una battaglia valutaria i cui contorni non sono a chiari a nessuno e che sembra preludere a nuove vittime (leggi default di qualche paese), ma che non può trascinarsi con questa velocità sconcertante fino all'infinito.
Il carry trade (indebitamento in Yen per finanziare le speculazioni contro dollaro, sugli emergenti e sui metalli) è stato smontato e presto i tassi Usa saranno del tutto simili a quelli Giapponesi. In questo bailamme resta impossibile pensare che si possa rimontare un altro indebitamento corposo e solido su una nuova valuta compiacente e che il meccanismo perverso pre 2008 possa riavviarsi.

Tra i risultati delle elezioni e la prima timida riunione del G20, sotto le spinte di un ribasso che pare non aver mai fine, qualcosa di atteso dovrebbe accadere per placare animi e la virulenza che è andata ben oltre limiti ragionevoli.

Insomma, potremmo essere, se non alla fine della stagflazione, quantomeno vicini ad un bull rally dei corsi azionari che raggiunge valori meno sconcertanti.
Un movimento correttivo ovviamente temporaneo, ma di un certo peso, che potrebbe continuare per il prossimo anno.


PS: per un confronto tra la presente e la precedente analisi (errata nella componente azionaria) cliccare qui

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