DJ , peggio della borsa del 1929
Inutile negarselo, i mercati son ben peggio di quanto preventivato agli inizi di gennaio. Seguiamo sempre il DJ e la situazione attuale appare ora peggiore di quella del 1929.
In un precedente post avanzavo l'opinione che fosse possibile raggiungere i 7.000 punti , anche velocemente e che comunque 8000 restava la discriminante attormo a cui fare leggeri acquisti (su altri mercati).
Dicembre sembrava confermare l'inizio di un rally del tutto simile nelle caratteristiche a quello del 1975.
Invece no, la seconda metà di gennaio è stata improntata al ribasso che tutt'ora continua. 7.000 punti sono stati raggiunti questa settimana dopo una costante spinta ribassista. Questa era, e rimane, la zona estrema entro cui sperare in una reazione.
Sperare, perchè una simile situazione non è mai stata vissuta a memoria d'uomo sul DJ con l'esclusione del 1929 . Non c'è analisi tecnica che tenga,
Se 7.000 punti fossero infranti nulla ci può guidare in qualche previsione futura. Già così siamo a i limiti estremi del conoscibile, il ribasso ora percentualmente è assai simile a quello del 1929, ma a ben guardare ha caratteristiche di persistenzae dinamiche assai peggiori.
Qualche tentativo d'acquisto potrà essere effettuato solo se quota 8.000 verrà bucata al rialzo, non c'è scampo.
Il fatto che i movimenti delle borse mondiali siano legati al rafforzamento del dollaro non lascia ben sperare. Se la codevianza non verrà negata per qualche nuovo fattore , c'è da pensare che il rafforzamento del dollaro tutt'ora in corso, dopo la caduta improvvisa di dicembre, abbia ancora la possibilità di portarsi in una zona vicino alla parità, trascinando con se l'indice.
Perchè questa correlazione ribassista esistesse, aveva allora qualche spiegazione nel deleveraging improvviso, ora la cosa è difficilmente spiegabile.
Gli USA resteranno ancora per un po' la più forte economia del mondo, ma i parametri per il domini del dollaro sono stati minati fortemente.
Una cosa sola è certa in questa situazione, l'economia mondiale come l'abbiamo conosciuta e vissuta (utile ripeterlo)negli ultimi 25 anni è andata in pezzi e le vestali del liberismo senza freni dovrebbero essere cacciate a pedate. Credere che gli stessi divengano ora i chierici dell'etica del liberismo vero e puro, contro gli eccessi di quello di rapina, è accettare supinamente puro fumo negli occhi. Se non peggio.
Ci vorrebbe una killer application, una innovazione ,come già l'automobile ai primi del '900, la elettronica negli anni 50/60, i computer come nel decennio del 70.
Ma non si vede nulla all'orizzonte.
Banchieri, dirigenti d'azienda dei bilanci strepitosi, vecchi politici senza arte e con poca parte è meglio zittiscano e si tirino da parte. Hanno fatto virtù premendo sull'indebitamento privato, ora predicano e realizzano (ma non c'è scampo) quello pubblico con la medesima boria ottimistica di quando assicuravano che tutto andava per il meglio. Han fatto il loro tempo, han fatto danni giganteschi, quindi è ora che vadano al diavolo.
Una ripresa duratura dei corsi era difficile immaginarsela prima, figuriamoci ora, marzo 2009.
Se andrà bene, dopo qualche reazione, difficile pensare che possa realizzarsi prima del 2015...2016. Credere che nel 2010 tutto verrà messo a posto è una chimera per gonzi.
Quello che starà in mezzo sarà solo un rimbalzo più o meno lungo. Di quanto dipenderà dal fatto che quota 7.000 resista ai colpi della crisi. Se questo mese ci sarà una reazione apprezzabile potrebbe, in un anno, riagguantarsi quota 11000/11500. Ma non c'e' nulla che lo lasci pensare tra i fondamentali disastrati delle banche, delle costruzioni, dell'elettronica, dell'automobile. Anche se il mercato azionario rimane una arena strana.
Il mercato dei Titoli di stato sconta tassi bassissimi (già cresciuti rispetto a dicembre) , comprare titoli a reddito fisso a scadenza medio lunga resta comunque una follia. Se li avete vendeteli.
Dedicarsi all'agricoltura resta la miglior dritta.
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