La primaverina sul Dow Jones (forse)

Dow Jones - time frame 3 gg
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Il mese si è chiuso al rialzo, ha quasi riagguantato quota 8000. Non male.
8000 resta lo spartiacque per il rialzo e un esame tecnicamente più approfondito lascia ora credere che superata questa quota si riaprano le porte per una ripresa dei corsi. Oscillatori in divergenza su diversi frame lasciano pensare che qualcosa possa accadere. Non è scontato ma il movimento di marzo apre le porte a qualche speranza.
Una specie di primavera dunque e come tale va trattata. Una ripresina più meno lunga che potrebbe spingersi (se lunga almeno quanto un parto) fino a quota 11500 circa.

I problemi economici invece aumentano, le tensioni geopolitiche (appena sopite) anche; la crudezza dell'incertezza sociale che mina la credibilità del vecchio estabilishment fa capolino solo ora, si riflette e ci si accorge di essere vissuti in un sogno.
Se ripresina ci sarà non sarà per tutti: un po' ovunque si esce dallo stato di narcosi e ci si accorge che la situazione è sgangherata. La ripresina (se ci sarà) servirà solo a calmare temporaneamente le acque e a rendere il risveglio meno violento.
Se ripresina ci sarà, qualche vecchio trombone si sentirà al riparo e sentiremo dei gloria salire in paradiso per averla scampata, ma rimarrà un fatto temporaneo.

Il quantitative easing è iniziato nei paesi anglosassoni, la massa di denaro (e debiti futuri per gli stati) pone solide basi per la inflazione futura più tranquillizzante rispetto alla contrazione mondiale dei consumi, si pensi che nel solo automotive la produzione mondiale è calata in un anno del 50%. L'inflazione detta una regola semplice ed efficace: compra oggi, domani costerà di piu'. E' quello che si tenta di fare per arginare la deflazione, il congelamento generale dell'economia.

Quanto si spingerà verso l'inflazione è tutto da sapere, certo è che una volta avviata non sarà semplice porvi dei freni.

Il quadro delle monete è sempre complicato, manca un punto di riferimento e un accordo su base mondiale non è cosa semplice. Questo contribuisce ad acuire le guerre economiche; se da un lato si fanno grandi proclami ed esorcismi per evitare forme di protezionismo, dall'altro (sulle monete) ci si muove in libertà (si tentano svalutazioni di mercato senza svalutare ufficialmente). Insomma un gran casino come mostra il cross euro/dollaro che macina figure su figure in un senso o nell'altro in tempi brevissimi.


Riassumendo: sopra 8000 si acquista qualcosa (in euro ) pronti a rivendere subito sotto o ci si prepara a liquidare le ingessature per la fine della ripresina; si sta sempre alla larga dei bond governativi a tasso fisso; si acquista qualcosa sui corporate sotto 100, ci si impegna qualcosa sul tasso variabile o indicizzato ancora penalizzati da rendimenti scarsi ma che potrebbero rivelarsi saggi investimenti nel lungo periodo. La liquidità media sul breve resta una risorsa. Formula generale 10% azioni, 40% liquidità a 2 anni max, 50 % tasso variabile a 5/8 anni.

La notizia della settimana non viene dalla finanza, ma dalle azioni di minoranze verso chi finanza la faceva: manifestazioni contro le banche e sequestri simbolici di manager.

Non c'e' da rallegrarsi, ma temo rappresentino quel che ci aspetta: molte tensioni sociali. Se ne è accorto anche l'ottimista programmatico di casa nostra.
Ma va !

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